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“Lezioni di leadership creativa. I segreti che ho imparato come CEO di Walt Disney” di Robert Iger

Le idee e i valori per reiventare il futuro, ispirare le persone e trasformare la magia in realtà. Robert Iger è diventato CEO di Walt Disney Company nel 2005, in un periodo molto difficile in cui la concorrenza era più forte che mai e la tecnologia stava cambiando più rapidamente che in qualsiasi altro momento della storia dell’azienda.

Iger sapeva che l’unica cosa che contava era reinventare il futuro. Il suo piano si fondava su tre semplici idee: tornare al principio che la qualità è importante; sfruttare la tecnologia invece di combatterla; pensare più in grande e rafforzare il marchio Disney sui mercati internazionali. Quindici anni dopo, Disney è il più grande e rispettato gruppo mediatico al mondo, proprietario di Pixar, Marvel, Lucasfilm e 21st Century Fox.

La multinazionale ha quasi quintuplicato il suo valore da quando Iger ne ha assunto la guida, cosa che ha reso quest’ultimo uno dei CEO più innovativi e di successo dei nostri tempi. In questo libro, Robert Iger condivide le lezioni apprese durante la sua carriera in Disney, delineando i principi fondamentali di una vera leadership fondata non solo sulle capacità manageriali ma anche sulla fiducia nell’essere umano e nella sua insostituibile forza creativa. Coraggio, curiosità, decisione, imparzialità e soprattutto un approccio che sappia privilegiare onestà e correttezza rispetto al profitto, tutte qualità cui Iger ha ispirato ogni suo progetto o rapporto professionale e personale, dalla profonda amicizia che lo ha legato a Steve Jobs negli ultimi anni di vita alla sua incrollabile passione per la mitologia di Star Wars. «Spero che le idee e le storie che racconto in questo libro vi aiuteranno a essere più concreti e intuitivi e ad avere più sicurezza in voi stessi.

Sono le lezioni che hanno plasmato la mia vita professionale e personale, e mi auguro possano essere utili anche per la vostra.» (Robert Iger).

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Galimberti

“Il libro delle emozioni” di Umberto Galimberti

Viviamo in un’epoca di esibizione delle nostre emozioni. Crediamo che l’unico spazio autentico sia quello dei nostri vissuti emotivi, che da tempo, però, non ci appartiene più. Oggi dobbiamo sorvegliare il futuro dei nostri figli, sempre più connessi, che frequentano una scuola incapace di educare, perché ignora l’apparato sentimentale dei nativi digitali, e la politica che, soprattutto nella sua versione populista, ha fatto delle nostre reazioni emotive il proprio linguaggio. Con la guida di Umberto Galimberti ritorniamo alla natura delle emozioni e ritroviamo questo spazio essenziale, liberandolo dalle esigenze del successo e del mercato. La mente e il cuore. Platone invita a privilegiare la mente razionale capace di governare le passioni del cuore. Ma noi non possiamo dimenticare che anche il cuore ha le sue ragioni. Anzi, prima che la mente giungesse a guidare la vita dell’uomo, per i nostri antenati la vita era governata dal cuore, che con le sue sensazioni giungeva a capire, come peraltro fanno gli animali, in modo rapido e senza riflettere, che cosa è vantaggioso e che cosa è pericoloso per il mantenimento della vita. Il cuore promuove le azioni più rapidamente della ragione e senza troppo indugiare sul da farsi, perché il mondo non è ospitale e i pericoli, che sono a ogni passo, richiedono decisioni immediate. Le decisioni del cuore sono promosse dalle emozioni come la paura che il cuore avverte di fronte al pericolo, o come il desiderio che approda all’accoppiamento per la preservazione della specie. Tutto questo senza riflettere, perché la luce della ragione ancora non c’è. La nostra è un’epoca di spaventosa espansione della razionalità tecnica. Da un lato, questa espansione impone la rimozione delle emozioni e dall’altro innesca una reazione di ritirata emotiva nel proprio sentimento, assunto come unica legge di vita. A questo si aggiungono la ricerca costante di visibilità e di notorietà, che trasformano le nostre emozioni in merci. Ma allora siamo ancora capaci di riconoscere che cosa sia un’emozione? Umberto Galimberti costruisce un cammino straordinario nelle profondità del nostro vissuto e ci insegna a ritrovare il nostro spazio intimo, cioè lo spazio che si nega al pubblico per concederlo a chi si vuol fare entrare nel proprio segreto profondo e spesso ignoto a noi stessi.

“La vita non è uno smart working” di Pier Luigi Celli

Serve una rivoluzione di testa più che di modelli. È il solo modo per dare un senso a ciò che stiamo vivendo. Per quanto interessante e provocatorio, non sarà lo Smart working, di per sé, che cambierà il grigiore delle prevenzioni e delle paure in sospeso, né renderà automaticamente belle e innovative da solo le nostre organizzazioni. Ma può insegnare che cambiare è possibile, e probabilmente anche molto interessante, così da ridare una dignità maggiore al lavoro, sfruttando quanto la vita, le relazioni e le emozioni di questi tempi hanno costretto tutti a capire. La normalità ereditata è inservibile, in prospettiva, con le sue liturgie, gli strumenti e le forme di riconoscimento formali codificate negli anni. E i capi, soprattutto quelli che reggono le posizioni di comando nelle terre di mezzo, o si attrezzano in fretta per rimettersi all’altezza della complessità dei compiti che li aspettano, o saranno loro che diventeranno presto il problema da affrontare.